Ponte a Cornate: 17 Comuni lo chiedono, il Sindaco non lo contesta.

Diciassette (17) Comuni della Brianza e del Meratese – tra cui Merate, Ronco Briantino, Aicurzio, Carnate, Osnago, Sulbiate, Paderno d’Adda, Robbiate, Imbersago – si sono alleati per chiedere a RFI che il nuovo collegamento ferroviario merci ad alta capacità, con convogli lunghi fino a 750 metri anche in orario notturno, attraversi il fiume Adda proprio tra Cornate e Colnago, riprendendo un tracciato originario già noto come Gronda Nord-Est.

Se questa proposta venisse accolta, Cornate si ritroverebbe con un’opera devastante: un’infrastruttura pesante che taglierebbe in due il territorio, sconvolgendo paesaggio, viabilità e vivibilità. Nessun beneficio per i cittadini, nessun servizio, nessuna compensazione reale. Solo l’ennesima imposizione calata dall’alto.

In mezzo a tutto questo, c’è una grande assente: l’amministrazione comunale di Cornate d’Adda.
Mentre gli altri Comuni lavorano, discutono con RFI, elaborano osservazioni e si muovono per tutelare i propri interessi, il Sindaco di Cornate e la sua Giunta non ci sono.
Non una parola. Non un gesto istituzionale. Nulla.
E dire che si tratta di uno dei progetti più impattanti degli ultimi decenni sul nostro territorio. Un progetto che, una volta approvato, sarà impossibile fermare.
Eppure, chi dovrebbe rappresentare Cornate ha deciso di non rappresentare nulla.

La cosa più sconcertante?
Proprio in questi giorni, sul sito ufficiale del Comune, è apparso un comunicato in cui il Sindaco annuncia di aver firmato un appello urgente al Governo italiano per la situazione umanitaria a Gaza.
Un tema distante, delicato, certo. Ma che non rientra minimamente nelle competenze di un Sindaco.

E allora la domanda è inevitabile:
si trova il tempo per Gaza, e non per difendere Cornate?
Si firma per questioni internazionali, ma si tace su ciò che sta accadendo davanti ai nostri occhi, sul nostro territorio.

Mentre si gioca la partita più importante per il futuro urbanistico e ambientale del nostro Comune, chi dovrebbe guidare e tutelare la comunità rimane immobile, lasciando che siano gli altri a decidere tutto.
E il prezzo, come sempre, lo pagheranno i cittadini.

C’è tempo fino all’11 agosto per presentare osservazioni ufficiali a RFI.
Dopo quella data sarà troppo tardi.
Chi ha parlato verrà ascoltato. Chi ha taciuto, subirà.
Cornate, purtroppo, rischia di finire in quest’ultima categoria.
E non per colpa di RFI, ma per colpa di chi avrebbe potuto agire e ha scelto di non farlo.

Noi non ci stiamo.
Cornate d’Adda non è un corridoio merci, non è un vuoto su una mappa, non è una terra da svendere in cambio di nulla.
Cornate è una comunità viva, e merita rappresentanza, trasparenza, partecipazione.

Se chi amministra oggi ha scelto il silenzio, saranno i cittadini a farsi sentire.
Perché il futuro non si subisce. Si difende.

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